
A PROPOSITO DI CULTURA, QUALCHE RIFLESSIONE E LA NECESSITA’ DI COSTRUIRE WELFARE CULTURALE NON SOLO IN CENTRO MA IN TUTTA LA CITTA’, PARTENDO DAI MARGINI, di Gaetano Crupi
Ciò a cui abbiamo assistito l’altro giorno in parlamento è indegno di un paese civile.
I parlamentari coinvolti nel tentativo di pestaggio devono perdere il loro status di “onorevoli” (semmai l’abbiamo mai avuto). In particolare, devono perdere il loro lauto stipendio e essere allontanati dall’aula e tornare a lavorare come semplici cittadini (ammesso e non concesso che abbiano mai lavorato).
L’Italia non è rappresentata da questi beceri personaggi e tanto meno essi rappresentano il paese.
Si tratta ormai di difendere questa debole democrazia liberale, fondata su una costituzione che negli anni, con accelerazione veloce negli ultimi decenni, è stata modificata a colpi di decreti legge e voti di maggioranza.
Probabilmente non importa molto ai milioni di Italiane e Italiani che si sono astenuti anche in queste ultime elezioni, oltre il 50% degli aventi diritto nel paese ma anche nella nostra Reggio Emilia, un tempo culla della partecipazione popolare, l’affluenza alle urne si è fermata al 60,8%.
Certo è che anche loro si accorgeranno, quando si tratterà di farsi curare o di avere voce in capitolo su scelte che li riguarderanno, che mancheranno servizi, diritti, opportunità.
Il premierato di questa destra, incipriata per i media e per i social, assomiglia fin troppo a modelli che non ci appartengono (Ungheria, Turchia) ma è frutto di decenni di sgretolamento del modello europeo del patto sociale che tiene insieme interessi altrimenti confliggenti, in particolare tra ricchi e amici dei ricchi, e poveri e disperati (che in molti casi non si riconoscono come tali). L’autonomia differenziata è un altro tassello di futuri spostamenti di popolazione interna, di emigrazioni forzate, di impoverimento generale e di ulteriore potere lasciato nelle mani delle mafie.
L’appello delle opposizioni alla manifestazione nazionale va raccolto, anche da quella parte di moderati e conservatori che non si riconoscono nei piani e nelle prassi di questi squadristi del nuovo millennio.
Carmelo Mario Lanzafame per SIC! Sinistra In Comune