REGGIO EMILIA E RAFAH CONDIVIDONO LE STESSE ANIME, LANCIAMO SUBITO UN GEMELLAGGIO di Cosimo Pederzoli
LA MUSICA E’ ROCK, I PREZZI MICA TANTO di Federica Zambelli
L’AMMINISTRATORE DELEGATO DI IREN DEVE ESSERE RIMOSSO. E SUBITO.
MENTRE LA GIUSTIZIA FA IL SUO CORSO IL QUADRO ETICO CHE EMERGE DALLE
INTERCETTAZIONI È INCOMPATIBILE CON LA FUNZIONE DI DIREZIONE IN UNA
PARTECIPATA PUBBLICA.
Per Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’autorità portuale ligure, arrestato per il reato di
corruzione, ci auguriamo che la giustizia, oltre a portare piena luce su un sistema marcio nel
rapporto fra esponenti della politica ligure, in primis il Presidente della Regione, e i poteri
forti del mondo industriale e commerciale, faccia il suo corso rapidamente come ci
auguriamo per chiunque.
Necessario e giusto aver tolto subito allo stesso tutte le deleghe ricoperte come
Amministratore delegato di Iren, per garantire la continuità aziendale.
Necessario ma non più sufficiente.
Infatti, dalle scarne intercettazioni fino ad ora rese note dai mezzi di informazione, emerge
senza alcuna ombra di dubbio una condotta morale ed etica tale da essere incompatibile
con il governo di una partecipata a maggioranza pubblica.
Terminati i gradi di giudizio la giustizia dirà se i reati contestati che hanno portato all’arresto
del Signorini saranno confermati con le conseguenti responsabilità dello stesso.
Ma esiste anche il dovere morale ed etico di avere comportamenti idonei a rivestire il
massimo incarico in una partecipata dei Comuni, ovvero dei cittadini.
Le intercettazioni, inoppugnabili, confermano l’assenza della benché minima etica
svaporizzata fra regali, soggiorni, orologi, trattamenti estetici ed altro ancora.
Invitiamo, pertanto, i soci di Iren a chiedere la cessazione del rapporto con l’attuale
Amministratore delegato.
Ma pensiamo anche che sia il momento di porsi delle domande sulla opportunità di
continuare a concedere a Iren la gestione dei beni e servizi comunali, dal teleriscaldamento
alla raccolta dei rifiuti. Iren è una società quotata in borsa, che ha nella distribuzione di
profitti uno scopo imprescindibile e, a meno di apparire come inguaribilmente ingenui,
partecipa ad un modello economico in cui la corruzione e il conflitto di interessi è endemica.
Non si tratta di esprimere giudizi morali ma di compiere scelte politiche. Non è né un compito
né una opportunità per una amministrazione comunale essere socia in una spa quotata in
borsa. È quindi il tempo di valutare l’uscita da Iren e la rivalutazione della nostra “vecchia”
Agac come società a cui dare in concessione la gestione dei servizi pubblici locali.
Alessandro Marzolino
Candidato al Consiglio Comunale di Sinistra In Comune