LA MUSICA E’ ROCK, I PREZZI MICA TANTO di Federica Zambelli
REGGIO EMILIA CITTA’ PER LA PACE
1 – Istituzione della Conferenza provinciale periodica autogestita dalle associazioni antimafia, dai cittadini organizzati nei quartieri e dai volontari dei controlli di comunità.
Nella provincia di Reggio Emilia l’antimafia è disarticolata, è necessario mettere urgentemente in connessioni le parti che la compongono: in primo luogo lo Stato, che dopo anni di latitanza e contraddizioni ha dato risposte nuove dal 2010, poi i Comuni che, dalla sottovalutazione delle presenze mafiose e della criminalità organizzata non mafiosa nel territorio, stanno ora operando in molti casi per consolidare la collaborazione con la Prefettura, le Associazioni che da tempo operano con impegno e che non possono essere ridotte a constare lentezze e approcci burocratici.
Nello schieramento antimafia è molto debole il tassello rappresentato dai cittadini che dimostrano una elevata sensibilità verso i furti, le rapine e lo spaccio di droga, criticano le istituzioni per la poca sicurezza e ignorano di essere vittime di un modello criminale creato dalla ‘ndrangheta calabrese e dalle bande organizzate che riforniscono mercati clandestina di merci rubate.
Gli argomenti relativi alla diminuzione dei reati alla quale si contrappone la percezione di un loro aumento dimostra con evidenza palmare la necessità dei cittadini di potersi confrontare periodicamente con le istituzioni mediante una Conferenza provinciale periodica autogestita, punto di riferimento nelle relazioni tra cittadini e istituzioni, con l’obiettivo di rendere i cittadini persone informate e costruttrici di memoria collettiva..
2 – Protocollo d’intesa tra l’Amministrazione comunale, la Provincia, la Prefettura, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate per la lotta al riciclaggio.
Estendere l’informativa antimafia con l’elenco delle ditte non mafiose (white list) anche per gli appalti privati in edilizia utilizzando la strada indicata dal Protocollo tra Prefettura e Comuni che hanno già dei compiti di collaborazione con il fisco per la prevenzione e la repressione dell’evasione fiscale.
Il Comune è sensore e sentinella territoriale adeguato alla funzione della conoscenza in tempo reale dei cambiamenti nel territorio e deve avvalersi a piene mani delle informazioni dell’Unità di informazione finanziaria (UIF) per l’antiriciclaggio.
Per queste ragioni è indispensabile la stipula del Protocollo di intesa che dovrà registrare un ruolo attivo dello Sportello Unico Attività Produttive e degli uffici tributari.
3 – Aprire la discussione pubblica sulla legalizzazione delle droghe leggere, anche in via sperimentale.
Quello della droga è un mercato che ha diffuso a macchia d’olio le illegalità, che ha messo in movimento narcotrafficanti, grandi e piccoli spacciatori, ha creato il popolo della microcriminalità.
Tutto ciò è opera di mafie come la ‘ndrangheta.
Le leggi repressive hanno visto e vedono nel consumatore il criminale e non la persona, consumatore due volte vittima perché è senza parola per raccontarsi.
Del resto anche coloro che li curano non ha occasioni di confronto con la politica.
I dati statistici confermano che tra gli assuntori è prevalente l’uso di sostanze ricreative considerate illegali però.
Le diverse legislature del Parlamento hanno espunto questo tema dal dibattito, nei fatti è stata negata la possibilità di ricondurre l’uso delle droghe leggere al principio della responsabilità individuale.
Per queste ragioni occorre avere il coraggio di aprire la discussione pubblica sulla legalizzazione delle droghe leggere anche perché, oggi, la cruda realtà consente di vedere il pessimo risultato della sola repressione contro i consumatori, politica che premia a dismisura i mafiosi padroni del mercato.
4 – Istituzione di un Organismo con poteri unici per l’espletamento in tempi brevissimi del sequestro dei beni criminali.
Il sequestro definitivo dei beni appartenenti ai mafiosi è una misura destinata a colpire l’arricchimento illegale. La legge che lo prevede è importante ma, purtroppo, incontra degli ostacoli insopportabili per le procedure troppo lente e risorse umane troppo scarse per portare in modo efficace quel patrimonio a destinazione pubblica e associativa.
Il dato concreto è che si condanna al degrado quello che si è confiscato.
Per questa ragione deve essere istituito una Unità di progetto che assommi in se le competenze sparse in una miriade infinita di atti ed uffici (sovente fuori provincia e regione) per l’espletamento efficace delle pratiche attribuendo, prioritariamente, tale patrimonio all’emergenza abitativa e all’utilità pubblica con l’affidamento alle Associazioni civili promosse dai cittadini con l’obiettivo di rendicontare socialmente il tempo intercorso.
5 – Procedere immediatamente all’assegnazione provvisoria di tutti i beni confiscati alla criminalità.
E’ fondamentale programmare l’assegnazione e la destinazione dei beni immobili in previsione della confisca anticipandone l’uso per rendere reale il diritto..
Per i beni che ricadono nel territorio di Reggio Emilia, considerato l’interesse ad utilizzarli per finalità sociali (a partire da quelle abitative) il Comune deve impegnarsi, rapidamente e prima della confisca definitiva, a pubblicare avvisi esplorativi – per i beni non destinabili all’emergenza abitativa – finalizzato ad acquisire specifiche disponibilità da parte di soggetti associativi senza scopo di lucro finalizzati all’immediato utilizzo del bene mediante assegnazione provvisoria gratuita, già in fase giudiziaria.
6 – Collaborazione con gli Ordini professionali per l’espulsione dei professionisti compiacenti.
La criminalità organizzata dai “colletti bianchi” si nutre di atti mediante il lavoro di professionisti (commercialisti, avvocati, notai, bancari, ecc.) che, tradendo i principi etici della propria attività e dell’Ordine professionale al quale appartengono, forniscono le coperture delle norme per nascondere affari chiaramente illeciti e sui quali è possibile, in fase di definizione degli atti, nutrire seri dubbi circa la legittimità degli stessi.
Il Comune di Reggio deve operare per concordare con gli Ordini professionali e con gli Istituti bancari intese procedurali sulla base delle quali i professionisti e gli Istituti che hanno fornito consulenza, definito atti, concesso attività bancari per atti costituenti azioni sulle quai la magistratura si è pronunciata con condanne vengano sottoposti alla valutazione obbligatoria degli organismi interni di autotutela.
capolista di Sinistra In Comune